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Piccolo Teatro, ''Faust, frammenti''

Milano

La sala del Teatro Studio, ristrutturata da Marco Zanuso tra il 1984 e il 1987 con precisi riferimenti all'architettura residenziale popolare dei cortili milanesi (le cosiddette ''case di ringhiera''), ha ispirato e condizionato regia e scenografia dei Frammenti.Uno spettacolo nato, annota Giorgio Strehler in Appunti di regia del Faust parte prima, 1989:«... senza la visione esatta di ciò che sarebbe diventato.Il luogo stesso, il Teatro Studio ...»
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«... chiedeva questa metodologia.In questo eccezionale, forse unico luogo teatrale, con il suo legno, le sue semplici forme, la sua severità artigiana [ ... ] stiamo creando non solo spettacoli teatrali ma anche, spero, un nuovo rapporto tra spettacolo e attori, tra attori e spettatore, tra la magia della finzione e la chiarezza dell'impegno critico [ ... ] una ricerca che spero permetterà al pubblico di sentirsi partecipe di un travaglio di interpretazione e non soltanto spettatore di teatro.»
«Il Teatro Studio è nato per questo e in queste forme di spettacolo-ricerca trova la sua ragione d'essere.Questa ricerca-spettacolo in vitro, vista nel suo farsi e disfarsi, non avrà una cifra unitaria: sarà un vero e proprio studio in cui si proporrà il mescolamento dei linguaggi.»Scrive Franco Quadri nella prefazione di Josef Svoboda, I segreti dello spazio teatrale, Ubulibri 1997:«... era nata, tra altre alternative da proporre ...»
«... l'idea di quella spirale che avrebbe soddisfatto Strehler e salvato nel contempo i suoi principi (''Ogni spettacolo esige per me il ritrovamento di una cosa che dica tutto''): ci vollero dunque 350 metri di seta di 3 metri di larghezza, montati in una figura discendente leggera ed equilibrata, armonica e generatrice di ritmo, che non pendesse né facesse pieghe, non fosse ricucita ma incollata, tenuta insieme con precisione, perché ''dentro conteneva un segreto matematico''.»Nell'immagine, il bozzetto della spirale in seta HSE - Tempesta bianca che dominerà la scenografia.Ricorda Josef Svoboda, op. cit.:«Lo spazio del Teatro Studio, dove palcoscenico e platea tradizionali sono integrati e si collocano al centro dell'ellisse dei sedili ...»
«... richiede la creazione di un rapporto di partnership tra i due settori.Quando me ne resi conto, capii che era questa l'idea dalla quale dovevo partire, e Strehler fu immediatamente d'accordo.Realizzai così la spirale che dall'alto dominava la platea: come dalla spirale era nato il mondo, così dalla mia, da cui via via fluivano tutti gli elementi scenici, nasceva il mondo dello spettacolo.Adottammo questa soluzione - che appariva di grande semplicità, benché fosse vero il contrario - anche per la seconda parte del Faust, nel 1991.»
La cavea-spazio scenico del Teatro Studio sovrastata dalla spirale di seta HSE - Tempesta bianca.«... è l'infinito universo totalizzante ed intoccabile che sovrasta l'opera di Goethe. La tua intuizione è assoluta.»Giorgio Strehler, Lettera a Josef Svoboda, 1990.La spirale può essere illuminata da luci tenui:«... può sopportare certamente di diventare, nello spettacolo, l'immagine dell'infinito come lo vede l'uomo, cioè come una specie di cielo con il suo variare a notte e a giorno, albe, tramonti, senza per questo perdere il suo essere cosmico, simbolo globale.»Ibidem.
Ma non la si può muovere, Strehler non vuole che la metafora dell'infinito venga sminuita:«... la spirale-infinito-cosmo è un gesto così definitivo e totale da non consentire alcun uso diverso [ ... ] non può diventare oggetto utilitaristico, di scenografia.In questo senso io credo che quando tu hai pensato alla spirale che si potrebbe muovere, inclinarsi, abbassarsi durante lo spettacolo, hai pensato ad un errore.Solo avendo il coraggio di accettare la fissità imperturbabile della spirale, le si concede il valore che ha.»Ibidem.
La spirale non può essere disturbata nemmeno da proiezioni e, se accade, il fatto assume una valenza brutale.Quando viene invasa da luci da discoteca in movimento, nella scena de La cucina della strega:«... si distrugge in un certo senso, l'assoluto della spirale.È comunque un gesto gravissimo, secondo me e può voler dire una sola cosa: l'avvilimento del tutto in un mondo senza infinito, a livello bestiale.»Ibidem.
Faust, Frammenti parte prima (Erster Teil)
Faust, Frammenti parte seconda (Zweiter Teil)
Testo
Johann W. Goethe (1749 - 1832)

Scenografia
Costumi
Luisa Spinatelli
Responsabile costruzioni
Aurelio Caracci
Musiche
Fiorenzo Carpi (Parte 1a)
Aldo Tarabella (Parte 2a)

Stagioni
1988 / 89 / 90 / 91

«L'incontro con Faust mi attendeva ad un limite della mia vita di interprete, dopo aver accompagnato, silenziosamente, a lato, il mio cammino per decenni.»
Giorgio Strehler, Appunti di regia del Faust parte prima, 1989.

Materiali usati in questa realizzazione

Fondali retroilluminati

Fondali vinilici: tipologie

HSE - Tempesta

Sete e rasi

Josef Svoboda

Alcuni Maestri

RTE - Temporale

Film per retroproiezioni

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